Biografia di Fantini

Biografia di Fantini


1895

22 marzo: nasce da Anna Baldi ed Enrico Fantini, nella casa denominata I Gessi, località Farneto, comune di S. Lazzaro di Savena, provincia di Bologna.
"Mio Padre accompagnò un giorno diversi gitanti a visitare le Buche di Ronzano, fra i quali eravi anche il Professor Bombicci. S' l' avess mai pensé che il suo futuro figlio sarebbe stato un lontano giorno uno dei più appassionati seguaci dello stesso Professore ecc."

25 marzo: nella chiesa di S. Pietro, a Bologna, gli viene dato il nome del nonno paterno: Luigi, del Santo festeggiato il giorno della nascita: Benvenuto, e di uno zio del padre, "uomo bellissimo, morto assai giovane": Massimiliano.

1901

Frequenta le scuole elementari fino alla licenza di quinta.
"Episodio del candelotto fregato durante un funerale, adoperato nelle mie molteplici e solitarie esplorazioni nel piano inferiore della Grotta del Farneto, e dell' ansia tremenda provata il giorno in cui smarrii la via d' uscita da quel labirinto di cunicoli, mentre, purtroppo, il candelotto, unica sorgente di luce di cui disponevo, s' accorciava, s' accorciava implacabilmente! Non ricordo bene, ma credo non superassi i 10 anni di età!"

1906

Comincia a lavorare, come manovale e mugnaio.

1910

Accompagna nella visita alla Grotta del Farneto Mons. G. Della Chiesa, che diverrà Papa Benedetto XV.

1915

Di leva, prende parte alle battaglie sull'altopiano di Asiago, nel '16 e '17.

1918

Congedato, lavora nei boschi sovrastanti il Farneto, fra Zena ed Idice.

1921

Nella vecchia chiesa di Fossolo, sposa Giuseppina Consolini.

1922

Nasce il figlio Mario.

1924

" (...) una certa mattina del 1924, quando abitavo ancora al Farneto, nella natia casa denominata 'I Gessi', ubicata un tiro di schioppo dalla grotta, mi venne fatto d' attraversarne la superficie argillosa, per recarmi nei boschi sovrastanti a vedere se qualche tasso o faina avesse incappato in qualcuno dei numerosi lacci che avevo teso loro la sera prima ( nella quale arte, non fò per dire, ma ero un autentico asso!), vidi nel fondo d' un rigoletto, tra i frustoli di gesso e di ciottoletti, dilavatissimi dal precedente passaggio delle acque piovane, una freccetta di selce rossa, col peduncolo, simile a quelle che avevo con tanta ammirazione osservato al nostro Museo Civico: la raccolsi trepidante, e dopo averla osservata, pensando nel contempo se per caso non stessi sognando, mi misi tosto ad esaminare accuratamente il breve corso del rigagnoletto, nonchè tutta la superficie della frana stessa, nella speranza di rinvenirne altre (ah! l'ingordigia umana!) (...)".

1925

E' assunto dal Comune di Bologna come inserviente; si trasferisce in città.
"Durante i miei anni giovanili, impiegato in Comune, unico appunto che mi si faceva era quello della trascuratezza del vestire, ed io sono il primo a riconoscere la giustezza di queste osservazioni a mio riguardo, ma non esito a dichiarare che facevo a meno, ben spesso, d' un vestito nuovo, per comprarmi libri e far gite nel mio Appennino."

1927

Entra in ruolo presso il Comune di Bologna con la qualifica di "applicato". Trova fra le bancarelle della Piazzola l' opuscolo di Giovanni Capellini "Armi ed utensili di pietra del Bolognese" del 1870, in cui l' autore invita a cercare alla Croara il giacimento di ciottoli silicei da lui intravvisto fin dal 1861. Fantini va in Croara e raccoglie i primi manufatti d'industria mousteriana. Estende le ricerche alla zona del Farneto ed all'Ozzanese.

1932

7 novembre: Fonda il Gruppo Speleologico Bolognese (G.S.B.), con Antonio Forti, i fratelli Giulio, Luigi, Pietro e Ludovico Greggio, detto Vico, Giuseppe Loreta ed i fratelli Armando e Vinicio Marchesini. Viene eletto presidente, il figlio Mario è la mascotte del gruppo, mentre la punta di freccia di selce rossa, rinvenuta nel '24, è assunta a distintivo.

22 novembre: Attraverso il "Buco del Calzolaio", in Croara, il G.S.B. scopre la "Grotta della Spipola".

1933

21 gennaio: Accedono al rio Acqua Fredda, attraverso la "Dolina interna" della Spipola.

7 febbraio: Allargato il cunicolo di 40 m, dopo la Dolina Interna, entrano in un vasto salone di crollo che viene dedicato a Giulio Giordani.

13 febbraio: Seguendo verso valle il corso del torrente sotterraneo Acqua Fredda, escono alla Risorgente del Prete Santo, presso il torrente Savena.

10 giugno: Fantini e Loreta rappresentano il Gruppo al I° Congresso Italiano di Speleologia, a Trieste, relazionando sull' attività del Gruppo. Iniziano le ricerche sui Chirotteri e i loro parassiti in collaborazione con l' entomologo Carlo Menozzi.

20 giugno: Effettuano la traversata completa della "Grotta di Gesso", a Zola Predosa, che viene dedicata a Michele Gortani, il Direttore dell'Istituto di Geologia di Bologna che ha favorito la fondazione e sostenuto l'attività del Gruppo Speleologico Bolognese.

27 giugno: Il G.S.B. entra nel C.A.I. di Bologna come Gruppo autonomo; Fantini sottoscrive l'accordo con il Presidente Ferruccio Negri di Montenegro.

27 luglio: Il Gruppo scopre la prima grande grotta nella dolina dell' Inferno, al suo interno uno splendido pozzo di 26 metri, allora il più profondo nelle evaporiti. G. (n. 2 del G.S.B) la chiama "Grotta Selene", un nome che coniuga in sé il gesso e la Luna. Loreta è infatti un eccellente astronomo dilettante: ha compiuto numerosissime osservazioni di stelle variabili. Nel 1934 scoprirà la "novoide" RS Ophiuchi.

settembre-ottobre: G. Loreta ed altri sei speleologi rassegnano le dimissioni dal G.S.B. del C.A.I e fondano una Sezione Speleologica presso il Gruppo Rionale F. Corridoni, nel G.E.B. (Giovani Escursionisti Bolognesi).

4 dicembre: Fantini si rivolge alla Pirelli per conoscere caratteristiche tecniche e costo degli "scafandri di gomma o di tela gommata" che il G.S.B. spera di poter acquistare ed impiegare per l'esplorazione dei tratti allagati del cunicolo Spipola-Acqua Fredda.

5 dicembre: Primo "incidente" alla Spipola: protagonista Giovanni Mornig, speleologo triestino. Intervengono i pompieri ma non lo trovano. Fantini lo salva suscitando un grande scalpore giornalistico.

31 dicembre: "Alla Grotta di Gaibola con Cioni. Raccolti pipistrelli. Cristalli di gesso e molte schegge. Rotto l'obiettivo della macchina fotografica causa un lampo fatto troppo vicino".

1934

2 gennaio: "Portato al Dott. Lipparini 1/2 tascapane di scheggie silicee, rinvenute il 31 dicembre 1933 alla grotta di Gaibola, ove assieme a Cioni facemmo raccolta di cristalli, e di pipistrelli per il Prof. Menozzi."

6 gennaio: "Spese - Partiti per gita notturna alla Spipola alle ore 20 1/2, con il geologo inglese Douglas Greig-Mario- Sala Gino - Cioni - Forti - Cavazzuti e mio fratello Tonio. Usciti dopo un bel bagno nel Prete Santo alle ore 6 della domenica mattina. Fatte 3 foto."

7 gennaio: "Ritornato a casa coi compagni dalla Spipola alle ore 7 1/2, dopo cambiato, parto per monte Adone. Visitata la Grotta delle Fate. Temperatura: esterno gr. 6 - int. 4 1/2 nessun insetto, all' infuori di un grosso ragno e di alcune farfalle."

8 gennaio: "Festa nel Pomeriggio. Andati con Mario alla Spipola per cattura pipistrelli. Fatte due foto. Nel ritorno andati a cercare il martello di Greig al Prete Santo. Non trovato."

12 gennaio: "Andato al Cons. del Turismo per stampa Guida delle Grotte. Andato con Tonio al Farneto, la sera alle 8, per foto e cattura pipistrelli. Catturati pipistrelli razza differente dal Ferro di Cavallo. Fatte 4 foto - venute solo 2."

14 gennaio: "Alla Grotta di Gesso con Cioni - Cattura Pipistrelli. Visita per cattura parassiti addosso ai pipistrelli. Buona Caccia!"

15 gennaio: "Ricevuta lettera dal Dott. Anelli con tessera di Cioni"

16 gennaio: "Venuto Malavolti, per accordi sua opera rilievi grotte bolognesi. A tutt' oggi, dall' 1 gennaio per carburo - foto, alcool, magnesio ecc. £ 50."

17 gennaio: "Spese £ 0,80 in lacci . 0,30 cartolina. Stagno £ 2 * 0,50. Preparazione pacco da spedire al Prof. Menozzi."

18 gennaio: "Lettera al Club Alpino, al sig. Scalorbi, a Greig. Spese £ 1.40 p. alcool."

19 gennaio: "Spedito pacco al Prof. Menozzi, coi pipistrelli delle grotte del Farneto, Gaibola, Spipola e Gesso. Spese £ 12,50 + 1,20 + 0,50"

21 gennaio: "Al Farneto da solo. Scavato. Raccolto dolichopode e ragni . Pipistrelli ai quali ho levato i parassiti."

22 gennaio: "Spese £ 13,50 in magnesio, carburo, ecc."

23 gennaio: "Alla sera alle 9 alla Spipola con Cioni e Malavolti. Trovato guano con molti insetti nel cavernone Giordani. Usciti la mattina del mercoledì alle 6."

24 gennaio: "Spese £ 4,50 in fotografie (copie)"

27 gennaio: "Sono invitato all' insediamento del nuovo Presidente del Gruppo Speleologico di Modena p. giovedì 1 febbraio."

28 gennaio: "Nel pomeriggio - alla Spipola per fotografie, con Cioni. Usciti alle 9 di sera Temperatura nel cavernone Acqua Fredda: 11 gradi."

30 gennaio: "Spese p. foto £ 40"

31 gennaio: "Questa mattina alle ore 7 3/4 è morto il mio caro compagno Silvio Cioni, improvvisamente!"

1 febbraio: "Offerte £ 25 in memoria di Cioni - spese £ 0,60 in corrispondenza - Andato ai funerali del povero Cioni. Deciso intitolare al suo nome il grande cavernone lungo il corso dell' Acqua Fredda"

4 febbraio: "Non in grotta"

7 febbraio: "Spese £ 1,20, Inviate al Prof. Rocca di Ferrara notizie sul Farneto ed il povero Orsoni, per un suo articolo in occasione anniversario morte di Carducci. (fogli di protocollo manoscritti)."

9 febbraio: "Corrette le bozze dell' opuscolo Grotte Bolognesi"

10 febbraio: "Consegnate le bozze al Comm. Pini Presidente del Com. Prov. del Turismo"

11 febbraio: "Al Farneto con Mario. Catturati pipistelli non ferro di cavallo."

14 febbraio: "Al Farneto e alla Grotta Coralupo con Mario. Presi 3 bellissimi pipistrelli Orecchioni. Trovati cristalli. fatte 3 foto. (e una al Farneto) Spese £5 in magnesio"

18 febbraio: "Spese £4 p. sviluppo e stampa foto fatte il giorno 13"

16 febbraio: "Spese £4 in fotografie di pipistrelli"

17 febbraio: "Spese £5 in fotografie"

18 febbraio: "Recatomi con Giordani Nino, mio fratello Tonio e Mario a scavare dell' alabastro dalla parte opposta di Castel dè Britti."

24 febbraio: Licenzia le ultime bozze della sua prima pubblicazione: la monografia "Le Grotte Bolognesi", in vendita a Lire Cinque. "Il ricavato va a favore di ulteriori esplorazioni e ricerche ad opera del Gruppo Speleologico Bolognese."

18 marzo: Fantini con Vico Greggio e L. Cavazzuti, del Gruppo ed il professor Franco Anelli, dell'Istituto Italiano di Speleologia di Postumia, ed il geologo inglese Douglas Greig in visita alla Grotta M. Gortani, a Gesso. Greggio è travolto da un grosso masso. E' tratto in salvo con l' aiuto dei pompieri.

17 aprile: Douglas Greig, impressionatosi per l' incidente, gli comunica per via epistolare che non prenderà mai più parte ad esplorazioni ipogee nei "gessi".

22 aprile: Organizza con il G.S.B. la "Mostra Speleologica", nell'ambito della "Mostra Alpina" allestita nello Chalet dei Giardini Margherita. 50.000 visitatori. Fantini stesso fa omaggio di una copia di "Le Grotte Bolognesi" a Guglielmo Marconi, al re ed al principe.

1935

5 maggio: Hanno i lavori di "turistizzazione" della Spipola, condotti dal Gruppo con la collaborazione dei tre "minatori" Augusto Giardini, Augusto Migliori e Primo Bianconcini, tutti abitanti a S. Lazzaro, in Via Miserazzano, 44, retribuiti con L. 2,50 l'ora, mediamente 24 ore la settimana, fino al 30 giugno: 12 ore il sabato e 12 la domenica. Il carburo costa 1 lira e 2 centesimi al Kg all'ingrosso; 1,60 al dettaglio.

Nella nuova frana caduta dal Sottoroccia del Farneto, Raccoglie, insieme a selci e conchiglie forate un teschio umano. Lo porta al Museo Civico, ove viene rudemente snobbato dal direttore Pericle Ducati, direttore del Museo Civico di Bologna. Consegna allora i reperti all'Istituto di Antropologia, ove verranno studiati e descritti dal professor Fabio Frassetto nel 1939. Attiva una fitta corrispondenza con il professor Franco Anelli dell'Istituto di Geologia di Bologna, ma già impegnato a lavorare presso l'Istituto Italiano di Speleologia a Postumia e futuro direttore delle grotte di Castellana.

1936

6-7 febbraio: Rilievo strumentale del piano superiore della Grotta del Farneto. Il tacheometro è prestato dall'Istituto di Geodesia, lo utilizza Vittorio Martinelli, che nel dopoguerra diverrà Presidente del Gruppo Grotte "F. Orsoni".

Acquista un microscopio binoculare e dà alla ricerca di microfauna nelle argille e nelle marne inglobate nelle argille scagliose.

Invia esemplari di fauna ipogea in Inghilterra, al British Museum, in Germania, ai Musei di Vienna, Budapest e Trento. Arricchisce la collezione di campioni di cristallizzazioni di gesso del Museo Capellini a Bologna e dell' Istituto Italiano di Speleologia a Postumia.

22 novembre: Nel quarto anniversario della scoperta della Grotta, si inaugurano i lavori di adattamento turistico appena terminati alla Spipola. Per i materiali ed i minatori sono state spese Lire 3.375. Hanno contribuito il Comitato Provinciale per il Turismo dell'Emilia con L. 500 e la Sezione di Bologna del C.A.I. per il resto. Sono stati resi facilmente praticabili 650 metri di grotta, attraverso il nuovo ingresso artificiale, sul fondo della dolina. Un' opera di grande impegno e proporzioni.

1937

Esplorazione dei rami inferiori della Grotta del Farneto: Fantini, V. Braiato, G. Venturi, V. e G. Greggio raggiungono il punto in cui un restringimento impedisce l'esplorazione del tronco a monte del torrente sotterraneo.

1938

Da tre anni raccoglie ed isola microfauna dalle argille e marne biancastre inglobate nelle argille scagliose dei calanchi bolognesi. Le consegna a Raimondo Selli, futuro professore dell' Istituto di Geologia dell' Università di Bologna, iniziando una collaborazione scientifica ed una amicizia duratura. Gli consegnerà ulteriori campioni di microfauna nel 1939, 1940 e 1944.

"Primo a rinvenirli nelle argille rosse oligoceniche di M. S. Giovanni e dei calanchi di Cavaioni (Contro la casa Caivoletta - destra della Zena Parr. di Montecalvo"

1939

12 febbraio: ritrae la chiesetta romanica dell' Abbadia di monte Armato, l' antica casetta con torre detta "il Palazzino" a Pizzano, sono le prime fotografie della vasta campagna di rilevamento della case antiche dell' Appennino bolognese.

Si infittisce la già nutrita corrispondenza con Franco Anelli, già presso l' I.I.S. a Postumia: argomenti principali il carsismo nel bolognese, il fenomeno dei "buchi fumanti", le colorazioni con uranina o fluoresceina, il Catasto, le raccolte di mineralizzazioni e biologiche del bolognese per il Museo e le ricerche paletnologiche.

1942

Fantini è distaccato per sei mesi alla Sezione Idrografica del Genio Civile di Bologna, per curare il censimento delle sorgenti fra i Torrenti Savena e Zena.

settembre: Si trasferisce a Castel dell'Alpi per due mesi, per "battere" più da vicino la zona appenninica, facilitando anche i rilevamenti delle case antiche.

ottobre: Rileva la 748-esima sorgente e conclude il censimento delle fonti.

1943

25 luglio: "Cambiamento del regime. Descrivere l' episodio del lancio in Piazza Maggiore, da una finestra del corridoio della torre d' angolo, sopra il Bollettino della Vittoria, dei ritratti di Mussolino esistenti nei locali della Segreteria Generale del Comune di Bologna, in Palazzo d' Accursio.la mattina del 28 luglio 1943. Loreta ecc.. (Però, dopo l' 8 settembre: che fifa!)"

1944

Raimondo Selli pubblica sul "Giornale di Geologia" : "Una microfauna eocenica inclusa nelle argille scagliose del Passo dell'Abbadessa", in cui descrive i foraminiferi trovati ed isolati da Fantini, una nuova specie e due varietà.

maggio: "(..) dopo cioè alcuni mesi di occupazione tedesca della nostra regione, caratterizzata, come purtroppo tutti sanno, da una serie ininterrotta di "requisizioni", devastazioni, asportazioni, furti e assassini, per non dir peggio ancora, svolti ovunque nella nostra Bologna e Provincia, venni incaricato dall'Ing. Antonio Grandi, della Ditta Ingg. Buini e Grandi, di eseguire ricerche nelle colline circostanti la sua grandiosa officina, al Farneto, onde trovare un luogo adatto per porre al sicuro una ottantina di grossi pneumatici per autocarri, esistenti nell'officina stessa, già presa di mira dai Tedeschi, che ogni giorno metodicamente si facevano un dovere di far man bassa di quanto poteva loro far comodo e utile."

Tale incarico accettai con entusiasmo, pur non nascondendomi la difficoltà grande di trovare una grotta non nota per alcuno, che avesse la necessaria capienza per contenere un materiale così voluminoso. Conoscitore della zona, per essere nativo del luogo, ed ancora di tutte le cavità naturali esistenti nelle sviluppatissime stratificazioni gessose della Croara e del Farneto, per avervi diretto lunga serie di esplorazioni nella mia qualità di Capo del Gruppo Speleologico della Sez. del Club Alpino di Bologna, iniziai le ricerche nella zona gessosa alla sinistra del Torrente Zena, nel versante opposto alla Grotta del Farneto, ove sapevo esistere un corso sotterraneo ove si smaltiscono le acque raccolte durante le piogge nelle depressioni (doline) circostanti.

Infatti, non essendo le mie previsioni errate, il giorno 12 giugno riuscii, passando per uno stretto cunicolo posto nel fondo di una specie di pozzo naturale, tra la fitta boscaglia, a pervenire in una bella caverna di erosione, nella forma di alto ed ampio corridoio a sviluppo tortuoso, dal suolo ricoperto di fitto strato di ghiaia, che si inoltrava verso l'interno della collina. In breve, ero penetrato in un tratto di quel torrente sotterraneo che, ripeto, per induzione sapevo dover esistere, e che nessuno mai aveva potuto esplorare.

La fortuna mi era stata doppiamente benigna, in primo luogo per la scoperta di una nuova Grotta, ed ancora per la scoperta del luogo a tutti ignoto e sicuro per riporvi i pneumatici. Non starò qui a narrare il duro lavoro cui dovetti assoggettarmi per allargare il cunicolo d'ingresso della Grotta al fondo del pozzo, per potervi far passare le gomme, che, oltre alle dimensioni non comuni, raggiungevano, parecchie, il peso di quasi un quintale: e prima di raddrizzarle per farle ruotare era d'uopo farle strisciare orizzontalmente in una zona bassa e melmosa del cunicolo: lavoro che implicò diverse giornate. Dirò solo che dovetti far saltare con mine una notevole quantità di roccia, usando tubi di tritolo e di pentrite, che custodivo sepolti in una cassetta nell'orto della mia casa al Ponte Vecchio. Trasportai questo esplosivo entro un tascapane fissato alla bicicletta, unitamente ad un rotolo di miccia e ad un congruo numero di capsule di fulminato di mercurio, in pieno giorno, circolando liberamente per la Via Emilia, riuscendo a farla franca, evitando i "fermi" dei Tedeschi e dei loro loschi tirapiedi.

Allargata l'apertura e sistemato il piano della Grotta, potei finalmente por mano all'opera di occultamento, validamente coadiuvato dall'Ing. Grandi stesso e da suo figlio Enzo. Opera anche questa irta di difficoltà e di ostacoli, quando si pensi che bisognava agire di notte, in ore di coprifuoco, coi Tedeschi dislocati un po' dovunque, aventi le loro sedi in diverse ville cinconvicine, e operando nel più assoluto silenzio possibile. Invece quante peripezie nel trasporto dei pneumatici dall'officina al luogo! Il camion in panne a mezzacosta sulla collina: scarico e ricarico: il provvidenziale arrivo del colono Bollini coi buoi, e così via per diverse notti.

Posto finalmente in salvo l'ultimo pneumatico, procedemmo alla chiusura dell'imbocco della grotta con grossi blocchi di gesso, facendovi crollare poscia molto terreno dalle pareti laterali del pozzo, unitamente ad un masso di grosse proporzioni. Così la prima parte della operazione era felicemente compiuta. Poi passarono giorni, mesi di attesa trepidante, anche perché era giunta al nostro orecchio l'informazione che qualcuno sapeva...

Purtroppo dall'autunno si passò all'inverno e la sospirata liberazione non giungeva mai, anzi verso l'ottobre quasi tutti gli abitanti del Farneto dovettero abbandonare le loro case e rifugiarsi in Bologna, da cui non era prudente allontanarsi causa i tanto deprecati e tristemente noti rastrellamenti ... e intanto io sempre pensavo a quelle gomme sepolte nelle latebre della montagna, nella grotta tortuosa e discreta. Prima dell'esodo dei coloni dal Farneto l'Ing. Grandi mi informò che avendo saputo essere stato trovato aperto il cunicolo di ingresso, aveva incaricato un suo colono di richiuderlo: il che fu fatto alla meglio, a quanto mi si disse. Io pensai che l'apertura si fosse verificata causa una grossa piena avvenuta nel cunicolo, stante le eccezionali piogge cadute in quei giorni; purtroppo le mie previsioni erano errate, come dovevo constatare poi."

1945

21 aprile: "Finalmente! ... i Tedeschi sono in fuga, i militi neri li hanno coraggiosamente preceduti: alle 8 i Polacchi sono già nel centro della città con i loro giganteschi carri armati. Bologna è libera. Vado a scovare la bicicletta da sei mesi sepolta in cantina ma purtroppo, dopo tanto riposo, non è più in grado di funzionare. Vado allora dall'Ing. Grandi, nel pomeriggio, che mi presta la sua macchina, e di volo sono al Farneto.

Mi inerpico su per la stradetta di collina, e, incurante delle mine, mi inoltro nel bosco: ho una stretta al cuore: i Tedeschi hanno costruito un rifugio vicino al pozzo! e se ... ma no! tutto è ancora a posto, anzi la Natura stessa è stata benigna, ché una parete del pozzo costituita da terriccio è crollata aggiungendo nuovo spessore a difesa. Corro nuovamente a Bologna ad annunciare all'ingegnere che le gomme sono salve."

11 maggio: " con alcuni operai il lavoro di scavo per il recupero del tesoro, e dopo tre giorni si apre il primo spiraglio della Grotta. Ne fuoriesce un soffio d'aria fredda impregnatissimo dell'odore caratteristico della gomma: dunque i pneumatici ci sono ancora! Finalmente rimossi gli ultimi ostacoli possiamo entrare e fare una sommaria ricognizione. Le gomme sono in perfetto stato di conservazione, e anzi alcune, in certi punti della Grotta, sono perfettamente asciutte. Però mi accorgo subito che qualcuno è penetrato qui dentro, forse in ottobre o in novembre, arraffando quanto poté, del che fanno fede alcuni cerchioni mancanti dal pneumatico e alcuni pneumatici mancanti di camera d'aria: in complesso calcolo ne siano stati asportati 4 o 5, non di più, data la mole delle gomme. Questo fatto mi addolorò moltissimo, guastandomi purtroppo la gioia che mi aveva invaso l'animo pel felice esito dell'operazione.

In altre tre giornate si procedette alla estrazione completa di tutto il materiale, consegnando il complesso al Consorzio Provinciale dei Trasporti, testè costituito per organizzare il servizio di rifornimento di merci e derrate alla città di Bologna: n. 79 pneumatici adatti per grossi camions e rimorchi, ponendo fine così alla nostra fatica, da me per certo non avvertita, dato l'entusiasmo grande con cui si svolse il lavoro.

L'aver contribuito a sottrarre alla rapina questa notevole quantità di merce allora preziosa, e l'apporto concreto dato al nuovo Consorzio in oggetto, da cui ne deriverà certo un utile alla nostra bella e cara Città di Bologna è per me cagione di grande soddisfazione intima, che mi ripaga ad usura le fatiche, i rischi, i pericoli e le ansie cui ho dovuto assoggettarmi per portare a termine in modo soddisfacente questa per me indimenticabile impresa, che mi riprometto di ricordare un giorno, se avrò la ventura di trattare i fasti della speleologia bolognese, descrivendo questa nuova Grotta da me scoperta, cui ho dato, e non poteva essere diversamente, il nome di Buco delle Gomme."

1947

La stampa bolognese dà notizia del tentativo di Fantini di riorganizzare il Gruppo Speleologico Bolognese.

1949

4 agosto: Prende parte, a Chieti, al 3° Congresso Nazionale d Speleologia ed illustra le proprie ricerche paletnologiche, ricevendo da Norbert Casteret, Presidente dello Speleo Club de France, conferme circa l' elevata antichità dei reperti provenienti da Monte delle Formiche.

Rinviene in rio Merlaccio, nella zona di Pizzocalvo il primo manufatto in ftanite che attribuisce al "Paleolitico antico".

1950

21 ottobre: Partecipa al 4° Congresso Nazionale di Speleologia, che si tiene a Bari. Presenta una relazione sulle due distinte industrie paleolitiche scoperte ed annuncia la ricostituzione del G.S.B. Si intrattiene a lungo con il professore Carlo Alberto Blanc, paletnologo dell' Università di Roma, che ascrive i manufatti trovati da Fantini "ad uno stadio culturale anteriore al paleolitico propriamente detto".

23 novembre: Il Presidente del C.A.I. di Bologna, C. Bortolotti, annuncia la ripresa dell'attività del Gruppo Speleologico Bolognese.

1951

4 maggio: Fantini scrive all' Ente Provinciale al Turismo di Bologna ringraziando per il contributo di £. 20.000 e per l'adesione all'iniziativa del G.S.B.: ripristinare l' accesso pubblico alla celebre "Grotta del Farneto", che versa in stato deplorevole. Glil speleologi hanno provveduto alla pulizia esterna ed interna, Fantini predispone una nicchia per una lapide che al momento non verrà realizzata, e spende 30.000 lire per i 55 gradini di gesso da installare lungo il percorso.

Raccoglie reperti litici d'industria Paleolitica nella zona del T. Correcchio e nel territorio Imolese circostante.

16 novembre: Comincia il lavoro di disostruzione del "Cunicolo dei Bottoni", al Farneto.

1952

Al Farneto Gianni Venturi, Vico e Giulio Greggio, Vittorio Martinelli e Luigi Fantini stringono il "Patto di Ronzana", impegnandosi a penetrare a tutti i costi nel Sistema Farneto-Ronzana.

1953

aprile: Con l'esplosivo oltrepassano il Cunicolo dei Bottoni, ma gli ambienti successivi si restringono ancora e non permettono il proseguimento dell' esplorazione del Sistema.

1954

Uno smottamento naturale avvenuto nel "sottoroccia" mise in luce una cospicua porzione di ritrovamenti eneolitici effettuati dal Fantini, che racconta di avervi recuperato " la più notevole quantità di resti umani e di oggetti che mai si fosse verificate in quel luogo, dieci o dodici teschi e gran copia di ossa."

In una intervista al "Resto del Carlino" annuncia per la prima volta di aver individuato una antichissima industria su ciottolo siliceo di origine "prepaleolitica".

1955

21 gennaio: "Venerdì. Gran giornata, oggi - Ricevo la comunicazione, dal Prof. Blanc, di Roma, della mia nomina a socio dell' Istituto Italiano di Paleontologia Umana, di cui Egli è Direttore. In serata, conferenza alla "Famaja Bulgnaisa" sui "Nuovi Orizzonti della Preistoria Bolognese - Grande successo; congratulazioni e strette di mano da ogni parte!"

marzo: Fantini lascia l'Ufficio della Segreteria Generale del Municipio di Bologna, e viene distaccato, in qualità di Assistente, al Museo Civico di Bologna.

Raccoglie sulle colline di Varignana e nel greto del torrente Idice due amigdale del Paleolitico inferiore di particolare rilevanza tipologica.

E' nominato Presidente Onorario del G.S.B.

1956

Dopo 20 anni di deposito presso l'Istituto di Antropologia, chiede che il primo teschio rinvenuto nel 1935 nel Sottoroccia del Farneto venga depositato ed esposto presso il Museo Civico di Bologna. Ottiene dal Museo di Antropologia dell' Università degli Studi di Bologna, ove era conservato, un calco in gesso.

1957

Il Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro della Pubblica Istruzione, Aldo Moro, attribuisce a Fantini la "Medaglia di bronzo benemeriti scuola, cultura ed arte".

1958

5 ottobre: Partecipa al 2° Congresso Internazionale di Speleologia presentando una relazione sulle grotte bolognesi ed una vibrata, indignatissima mozione contro "le mire industriali di una potente Società Milanese, cui serviva la roccia gessosa che costituiva la pittoresca montagna ove aprivasi la grotta stessa" (La Cava ANIC, che sta distruggendo la "Tana del Re Tiberio" e Monte Tondo).

5 novembre: individua e scava la prima macina romana nel greto dell'Idice, il 17 novembre la seconda, il 9 dicembre la terza.

1959

25 aprile: Scopre la meta di un mulino biconico Romano nel greto del torrente Idice.

29 maggio: Effettua la colorazione del torrente che scompare sul fondo della Valle cieca di Ronzana. La fluoresceina si presenta all'alba del giorno seguente alla risorgente del Farneto, colorando per tre giorni le acque del t. Zena "di un verde intensissimo".

31 maggio: Scopre, nel tratto del t. Idice a valle della Via Emilia, due pozzi romani, con rivestimento in mattoni manubriati, sul fondo rinviene numeroso vasellame.

9 settembre: Nota, in vetta a M. Adone, l'esistenza di ciottoli di porfido verde, con cristalli di augite, che "indubbiamente provengono dalle ghiaie Calabriane di tetto".

13 settembre: Raccoglie, sul Monte Bellaria, a Livergnano, gli stessi ciottoli "esotici".

1960

Dopo 35 anni di servizio presso il Municipio di Bologna va in pensione con la qualifica di Archivista Capo. Ha 65 anni ed in 26 è autore di "solo" 15 pubblicazioni, nei successivi 14 ne produrrà 21.

"A circa dieci anni cominciai a prender gusto alla lettura. Il primo libro che mi capitò tra le mani fu un libro d' avventure, di cui mi ricordo vagamente il nome dell' autore: Margue Reid (credo fosse scritto così) mentre il titolo purtroppo, non potrei giurare di ricordarlo, posso dire soltanto che riguardava avventure nell' Africa Centrale. Era un libretto di piccolo formato dalla copertina grigia con una scena appunto di carattere africano, un gruppo di negri con lunghe lancie e nello sfondo alcune capanne dal tetto a cono. Cominciai così ... e seguirono poi la lettura di altri volumetti di egual argomento e di egual formato, scritti da Giulio Verne. E la prima volta che mi venne fatto di dare alle stampe un mio scritto, fu nel 1934, quando pubblicai "Le Grotte Bolognesi". Ricordo ancora, a quasi trent' anni di distanza, l' emozione che mi prese, correggendo le bozze, al vedere stampati i nomi di località a me tanto care, dei miei monti del Farneto: Buca dell' Inferno, Coralupo, la Zena, la Grotta del Farneto, ecc. Lacrime di commozione rigarono le mie gote! e ciò avvenne sotto il portico di palazzo d' accursio, ove aveva sede il mio Ufficio .... .Certo, dopo, nonostante la mia grafofobia ... cronica, altri peccati ... di stampa ebbero ad aggiungersi a quel primo (Dio mi perdoni!) e mi venne dato ancora di correggere bozze dei miei scritti, ma l' emozione di quella prima volta, non la dimenticherò mai!"

Dà alle stampe Case e torri dell'Appennino Bolognese, "un saggio di quel che si poteva fare davvero" e che farà nel '71; in questo volume sono pubblicate solo una piccola parte dei rilievi fotografici e grafici da lui realizzati assieme al nipote Enrico. A sua insaputa non viene stampata la dedica che aveva preparato per il padre:

"Ad Enrico Fantini mio Padre Estroso Artigiano del Farneto Il Cui gratissimo ricordo sempre mi commuove Dedico con affetto Queste Pagine ".

1 novembre: " (...) entro il primo semestre del prossimo anno 1961, darò alle stampe, con la valida collaborazione della Dott.ssa A.M. Tomba, dell' Istituto di Mineralogia della nostra Università, una monografia molto più varia e dettagliata, di grande formato, ricca di centinaia di fotografie e di tavole in nero e a colori, riflettente appunto le: 'Caratteristiche geologiche-mineralogiche e speleologiche dell' Appennino Bolognese'' di cui il presente articolo sta a rappresentare un modesto saggio, al precipuo scopo di divulgare tra i Bolognesi, grandi e piccoli, attraverso i più interessanti aspetti, un pò di Storia Naturale del loro Appennino." Non sarà mai pubblicato.

1961

ottobre/novembre: Le necessità d' estendere e potenziare la rete di distribuzione idropotabile nelle zone montane del Bolognese lo portano su sollecito degli enti preposti al progetto, a rilevare nuovamente i dati di 120 sorgenti dei bacini del t. Savena e Zena. I nuovi dati si sommano a quelli del 1942.

1962

settembre: Allestisce al Museo Civico di Bologna la "Mostra delle più recenti scoperte preistoriche in Emilia-Romagna", esponendo, in concomitanza con il VI Congresso Internazionale di Scienze Preistoriche e Protostoriche, che si tiene a Roma, i reperti delle sue ricerche.

21 ottobre: Estrae dalle puddinghe di Monte delle Formiche il primo chopping-tool in ftanite.

22 novembre: Scopre una lapide, posta all'ingresso della Grotta della Spipola, che rende omaggio agli speleologi del G.S.B.: e' il trentennale della prima esplorazione.

1963

ottobre: "Tutto questo materiale tipico, che io ho raccolto in tanti anni appunto per offrirlo un giorno al Museo Civico della mia città, ove prima dell' delle mie ricerche gli esemplari esistenti si contavano sulla punta della dita, ho ragione di ritenere costituisca un complesso quale nessun altro museo italiano (ed anche estero) può vantare di possedere. Proprio in questi giorni sto elaborando l' atto di donazione al Comune stesso per il Museo Civico della Città."

1965

22 marzo: Il G.S.B. festeggia al Farneto il 70° compleanno del suo Presidente Onorario. Nella nicchia scavata nel gesso dallo stesso Fantini nel 1951 viene apposta una lapide in onore di Francesco Orsoni, di cui fu biografo.

16 maggio: Inaugura a Bologna la "Mostra sulle antiche case dell'Appennino bolognese", realizzata con il sostegno dell' associazione Italia Nostra. La Soprintendenza ai Monumenti gli chiede "un'ampia documentazione, per poter vincolare gli edifici più insigni."

25 luglio: la "Mostra" si trasferisce a Porretta Terme.

1966

Appare la 2ª edizione del Foglio 87 (Bologna) della Carta Geologica d'Italia, in cui l' autore, professor Tino Lipparini, indica come Calabriani i conglomerati inglobanti i "manufatti" del Paleolitico inferiore estratti da Fantini.

febbraio: La Mostra sugli antichi edifici dell'Appennino è proposta a Ravenna, in maggio alla Facoltà di Architettura di Milano, in luglio a Lizzano in Belvedere.

1970

E' pubblicato il Foglio 98 (Vergato) della Carta Geologica d'Italia in cui il professore Raimondo Selli definisce i conglomerati ed i depositi sublitorali regressivi che includono i "manufatti" del Paleolitico inferiore scoperti da Fantini, situandoli nel Pliocene Superiore.

1971

La "Mostra", rinnovata ed integrata, è esposta a Grizzana, a Monzuno ed a Gaggio Montano.

1972

Partecipa alla XV Riunione Scientifica I. I. P. P. -Verona - Trento - presentando la relazione Tracce di "Pebble Culture" e del Paleolitico antico tra le ghiaie di due fiumi del reggiano - parmense

9 ottobre: Realizza con Giulio Badini un dettagliatissimo studio su Francesco Orsoni presentato in occasione del Convegno per il Centenario della scoperta della Grotta del Farneto e tenuto a S. Lazzaro di Savena. Sostenuto da Mario Fanti, che realizza con la Cassa di Risparmio di Bologna l' accordo di acquisizione, conservazione e pubblicazione delle lastre sull' "edilizia minore", pubblica: Antichi edifici della montagna Bolognese, due volumi in cui è presente la quasi totalità della campagna realizzata in compagnia di Enrico Fantini. Del nipote, oltre ai disegni, vengono riprodotte oltre 345 fotografie.

1978

12 ottobre: Si spegne e, su sua indicazione viene sepolto, in terra, nel Cimitero di Monte delle Formiche, in Comune di Pianoro, fra tutti i luoghi della sua terra che conosceva ed amava, era quello che prediligeva.

il libro sul Monte delle Formiche