Le case antiche
Le case antiche
“…constatata, dunque, la presenza di queste tipiche e pittoresche costruzioni, progettai tosto di iniziare una raccolta fotografica, onde arricchire il mio album interessante l’Appennino, senza pensare minimamente allo sviluppo che la cosa avrebbe potuto prendere in seguito.”
Luigi Fantini (1895 – 1978) è il fotografo delle case antiche
dell’appennino bolognese.
Scrivere di mio zio in poche righe è difficile, tanta è
la mole di lavoro svolta nei campi più disparati, anche se, a detta
dello stesso, tre sono i più importanti:
- la speleologia – la paletnologia – la fotografia delle antiche
case dell’appennino bolognese.
Fu il fondatore del gruppo speleologico bolognese nel 1933, e a lui si
deve la scoperta della grotta della Spipola, lunga ben tremila metri.
Fu un assiduo ricercatore del Paleolitico antico bolognese, che gli avrebbe
valso l’affettuoso nomignolo “Fantini il matto dei sassi”.
Ma è della fotografia, attività a cui si è dedicato
dal 1939 al 1970, che vorrei dire qualcosa, grazie anche ai ricordi personali
di quando, ventenne, accompagnavo lo zio in bicicletta per le strade polverose
dell’appennino, a caccia di antiche case. Lo zio con la famosa ZEISS
a lastre 10x15 con il Tessar 4,5 binocolo e bloch notes ed io con album
da disegno e matite (il mio compito era disegnare quei particolari che
la macchina non riusciva a ritrarre), facevamo foto, disegni, misuravamo
sasso per sasso i portali, finestre, ecc.
La storia delle case antiche comincia nel 1038/39, quando Fantini acquista
la Zeiss 10x15 al prezzo elevatissimo, per quei tempi, di lire 1000 (
a rate naturalmente, lo stipendio dello zio non arrivava a 200 lire mensile).
Cominciai a fotografare queste umili case, chiesette in sasso, così
senza un progetto, semplicemente perché per l’ex boscaiolo
hanno una bellezza e un fascino unico, forse perché era nato in
una di quelle case di sasso, a due passi dalla grotta del Farneto. E questo
è il fatto più importante: averlo riconosciuto per primo
e volerlo documentare questo mondo, forse presagio di future sciagure.
Infatti purtroppo con lo scoppio della guerra la ricerca si interruppe
e molte case furono distrutte o gravemente danneggiate, e fu una vera
fortuna che Luigi Fantini le avesse fotografate.
Dopo la guerra la ricerca e la documentazione ricominciarono, e questa
volta con un progetto preciso: raccogliere in un volume le antiche case
dell’appennino bolognese, sistemate per parrocchie non per comune.
Una prima pubblicazione avvenne nel 1960:
Case e torri antiche dell’appennino bolognese (tipografia Mareggiani).
Una seconda, definitiva in due volumi, fu stampata per la Cassa di risparmio,
nel 1971, con il titolo “Antichi edifici della montagna bolognese”.
La Cassa di risparmio acquistò anche tutte le lastre (2000), e
i diritti, delle cose pubblicate e di altri soggetti dell’appennino
bolognese.
Penso che queste poche righe diano appena un’idea di ciò
che è stata la raccolta delle case antiche, e dei tanti anni di
ricerca che è costata quest’opera, purtroppo rimasta unica,
alla quale ho avuto prima il piacere ed ora l’orgoglio di aver partecipato.
Enrico Fantini